Addio a Remo Girone, uomo e amico vero

L’attore di “La Piovra” lascia un segno profondo nel cinema italiano e nella vita del regista Mario Chiavalin, suo grande amico e compagno di pensiero

by Financial Day 24
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Addio a Remo Girone, uomo e amico vero

L’attore di “La Piovra” lascia un segno profondo nel cinema italiano e nella vita del regista Mario Chiavalin, suo grande amico e compagno di pensiero

La morte di Remo Girone, avvenuta il 3 ottobre 2025 a Monte Carlo all’età di 76 anni, ha scosso il mondo del cinema. L’attore, diventato celebre per il ruolo di Tano Cariddi in La Piovra, non era solo un interprete di talento, ma anche un uomo capace di creare legami autentici, come quello con Mario Chiavalin, regista e sceneggiatore trevigiano. Il loro rapporto, profondo e sincero, andava oltre la professione: era una vera fratellanza fondata sulla stima, sulla passione per l’arte e sul desiderio di raccontare la verità.

Un legame nato dall’amore per l’arte e la verità

Remo Girone e Mario Chiavalin si conobbero molti anni fa in ambienti legati al cinema d’autore. Da subito nacque un rispetto reciproco che divenne un’amicizia solida, costruita sul dialogo e sulla visione comune dell’arte come mezzo di conoscenza. Entrambi credevano che la recitazione e la regia dovessero scavare nell’animo umano, restituendo al pubblico emozione e verità. Girone amava definire Chiavalin “un regista che guarda oltre la macchina da presa”, mentre Chiavalin parlava di lui come “un uomo che trasforma il dolore in bellezza”.
Negli anni condivisero riflessioni, progetti e discussioni sui temi dell’etica e della memoria. La loro amicizia non cercava riflettori: si nutriva di rispetto, ascolto e di un’affinità spirituale rara nel mondo dello spettacolo. Quando Girone affrontò momenti difficili di salute, Chiavalin gli rimase accanto con discrezione, accompagnandolo con affetto e silenziosa presenza.

Due artisti, una sola visione del mondo

Mario Chiavalin, noto per i suoi film e documentari di impegno civile, trovava in Remo Girone un confidente e un critico sincero. L’attore, con la sua esperienza teatrale e cinematografica, offriva consigli preziosi e riflessioni profonde. Si racconta che, dopo una proiezione di La loggia occulta, Girone gli disse: “Mario, il tuo cinema non denuncia soltanto: educa chi lo guarda.” Quella frase divenne per Chiavalin una guida morale.
Il regista ha dichiarato che l’amicizia con Girone rappresentava per lui “una bussola etica e umana”, aggiungendo che “Remo non recitava mai una parte: anche nella vita era verità pura.” Tra i due vi era una complicità fatta di sguardi e di silenzi, di stima e di un’affinità che pochi riescono a raggiungere.

Un addio pieno di gratitudine

Con la scomparsa di Remo Girone, Mario Chiavalin ha perso un amico fraterno, un interlocutore unico, un uomo che sapeva comprendere la complessità della vita con eleganza e umanità. Chiavalin lo ha ricordato con parole semplici ma toccanti: “Remo mi ha insegnato che l’arte non serve a fuggire dalla realtà, ma a viverla fino in fondo.”
Oggi il mondo del cinema piange un attore straordinario, ma anche un uomo capace di legami veri. La loro amicizia rimane un esempio di come l’arte possa unire, illuminare e lasciare un’eredità che va oltre le scene e oltre la vita stessa.

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