Bonus single, le agevolazioni per chi vive da solo
Dai fringe benefit agli incentivi per la prima casa: quando gli aiuti parlano ai solitari
Un sostegno oltre la famiglia
Per anni il dibattito politico e le misure economiche si sono concentrate quasi esclusivamente sul sostegno alle famiglie, in particolare quelle numerose o con figli piccoli. Tuttavia, una parte sempre più rilevante della popolazione vive da sola: single per scelta, per necessità o per situazioni personali diverse. Questa realtà sociale ha spinto lo Stato e le istituzioni locali a pensare a strumenti specifici per i cosiddetti “micro-nuclei”, individuando bonus e agevolazioni calibrate su chi non può contare su un reddito familiare condiviso.
Il ruolo dei fringe benefit aziendali
Il primo fronte di aiuto arriva dal mondo del lavoro. Negli ultimi anni si è assistito a un ampliamento del tetto dei fringe benefit, ossia i compensi non monetari che le aziende possono riconoscere ai propri dipendenti. Se per le famiglie il vantaggio si traduce spesso in servizi scolastici o buoni spesa, per i single rappresenta una forma di integrazione al reddito immediata e flessibile. L’innalzamento della soglia esentasse dei benefit, in particolare nel biennio segnato dall’inflazione, ha consentito di sostenere anche chi vive da solo e deve far fronte al costo crescente della vita quotidiana.
Agevolazioni per la prima casa
Uno degli obiettivi più ambiziosi per chi vive da solo è l’acquisto di un immobile. Anche qui il legislatore ha introdotto strumenti che facilitano l’accesso al credito, in particolare per i giovani single under 36. La garanzia statale sui mutui, le agevolazioni fiscali sull’imposta di registro e l’abbattimento di alcune spese notarili hanno reso meno gravoso il percorso verso la proprietà immobiliare. Se è vero che l’impegno finanziario rimane rilevante, questi interventi hanno ridotto una parte delle barriere di ingresso per chi non può contare su un doppio stipendio.
Contributi per l’affitto e il caro-casa
Non tutti i single possono permettersi di acquistare una casa, soprattutto nelle grandi città. Proprio per questo hanno assunto crescente importanza i contributi pubblici sull’affitto. Alcuni Comuni e Regioni hanno varato misure ad hoc per ridurre il peso del canone mensile, riconoscendo come la solitudine economica possa rendere più vulnerabili. Questi strumenti, oltre ad alleviare la pressione finanziaria, hanno anche un effetto stabilizzante sul mercato delle locazioni, evitando in parte fenomeni di esclusione abitativa.
Sostegno psicologico e nuove forme di welfare
Un aspetto innovativo, spesso trascurato in passato, riguarda il benessere psicologico. Vivere da soli può comportare non solo costi economici maggiori, ma anche difficoltà emotive. Alcuni fondi e bonus, compreso il recente incentivo per le sedute di psicoterapia, hanno riconosciuto il diritto a un sostegno professionale accessibile. Per i single, spesso privi di una rete familiare di supporto, questa misura assume un valore doppio: tutela la salute mentale e rappresenta un investimento sulla produttività e sull’inclusione sociale.
Verso un nuovo equilibrio di politiche sociali
Il progressivo ampliamento dei bonus dedicati ai single riflette un cambiamento strutturale della società italiana. La famiglia resta comunque il perno delle politiche sociali, ma cresce la consapevolezza che anche chi vive da solo contribuisce in modo significativo all’economia e necessita di strumenti specifici per affrontare le sfide quotidiane. Le misure sui fringe benefit, sull’abitare e sul benessere psicologico segnano l’inizio di un welfare più inclusivo, capace di intercettare le nuove forme di vita sociale ed economica.
A cura di Dario Lessa
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