La fragilità invisibile
Giovani, stigma e salute mentale nell’Italia dei social
Il quadro emerso dall’indagine
L’ultima rilevazione condotta da Doxa fotografa una realtà inquietante: in soli tre anni si è ridotta la percentuale di italiani convinti che una malattia psichiatrica sia curabile. Una regressione culturale che stride con i progressi scientifici in campo medico e terapeutico, ma che evidenzia come il pregiudizio continui a pesare più dei dati di fatto. Non solo: il 36% degli intervistati ammette che si vergognerebbe di avere un problema di salute mentale, un segnale che rivela quanto la malattia psichiatrica resti intrappolata nel cono d’ombra dello stigma sociale.
Giovani più fragili di fronte ai social
Il tema diventa ancora più complesso osservando il comportamento delle nuove generazioni. Quasi la metà degli under 35 considera la diversità un rischio, una cifra che sorprende in un’epoca che si racconta inclusiva e attenta alle identità. I social, anziché svolgere un ruolo di apertura e confronto, sembrano amplificare ansie, competizione e omologazione. L’identità online, esposta al giudizio costante, rende i giovani più vulnerabili e meno propensi ad accettare il disagio come parte dell’esperienza umana.
L’impatto socioeconomico dello stigma
Le conseguenze di questa tendenza non si limitano alla sfera individuale. L’aumento della diffidenza e della vergogna intorno ai disturbi mentali produce costi significativi sul piano economico e sociale. Chi rinuncia a chiedere aiuto spesso peggiora le proprie condizioni, con ricadute sul lavoro, sulle relazioni e sulla produttività complessiva del Paese. Una società che non investe in prevenzione e non promuove la cultura della cura rischia di pagare in termini di welfare, efficienza e coesione sociale.
Verso una nuova responsabilità collettiva
Il dato della ricerca non deve essere letto solo come un campanello d’allarme ma come un invito alla responsabilità condivisa. Contrastare lo stigma significa garantire terapie e servizi e ripensare i linguaggi e i modelli culturali con cui parliamo di salute mentale. Scuola, media e istituzioni finanziarie hanno il compito di favorire ambienti inclusivi, capaci di accogliere la fragilità come parte integrante del tessuto sociale. In un contesto dominato dai social network, la sfida è ancora più urgente: restituire spazi di autenticità dove i giovani possano crescere senza paura di mostrarsi diversi o vulnerabili.
A cura di Dario Lessa
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