Sextortion, l’estorsione sessuale online cresce in Italia
Meta e le associazioni in prima linea: tra strumenti tecnologici e campagne culturali per arginare un fenomeno in forte espansione
La sextortion, l’estorsione sessuale online, è un reato in costante crescita anche in Italia e sta assumendo una dimensione sempre più complessa, con impatti che non si fermano alla sfera privata delle vittime ma si allargano a quella economica e sociale. I dati raccolti negli ultimi mesi evidenziano un incremento rilevante delle denunce: le persone più colpite non sono soltanto adolescenti o giovani inesperti, ma sempre più spesso uomini adulti che si ritrovano ricattati dopo aver condiviso immagini o video intimi in contesti che credevano riservati.
«Il 51% delle persone colpite pensa al suicidio come prima reazione». Le parole di Matteo Flora, presidente dell’associazione Permesso Negato, sintetizzano l’impatto della sextortion.
Il meccanismo è noto ma si evolve rapidamente. Criminali, spesso organizzati a livello transnazionale, sfruttano l’intelligenza artificiale per falsificare conversazioni, manipolare contenuti e rendere i ricatti ancora più credibili. Il punto di forza della trappola resta però la leva psicologica: la paura di essere esposti pubblicamente e la vergogna sociale che impediscono a molte vittime di denunciare, generando così un circuito di silenzio e vulnerabilità che alimenta ulteriormente il fenomeno.
Le conseguenze non sono solo emotive, ma anche finanziarie. Le richieste di denaro, generalmente in criptovalute per ridurre la tracciabilità, possono arrivare a somme significative.
Un ricatto che inizia con poche centinaia di euro può trasformarsi in una spirale di pagamenti sempre più onerosi, colpendo non solo la persona ma anche il suo nucleo familiare. La sextortion, dunque, diventa un business illecito altamente redditizio per chi lo organizza, con margini di rischio relativamente bassi e ritorni economici elevati.
I numeri raccontano una rapida crescita: secondo i dati di Permesso Negato, i casi registrati in Italia sono quadruplicati in quattro anni, passando da poche decine nel 2020 a quasi 400 nel 2024, con un trend nel 2025 già in aumento. Nel 91% dei casi le vittime sono uomini, spesso adulti con una posizione economica stabile, considerati dai criminali bersagli “più remunerativi”. In quattro anni, almeno 133 persone hanno pagato richieste estorsive, per un totale di oltre 45 mila euro, a fronte di richieste complessive che superavano i 390 mila euro.
Per rispondere a questa emergenza, il settore privato e la società civile stanno tentando nuove strategie. In prima linea c’è l’associazione Permesso Negato, che da tempo offre supporto e consulenza alle vittime di crimini digitali. L’organizzazione ha avviato una collaborazione con Meta, colosso tecnologico e proprietario di piattaforme come Facebook e Instagram, canali spesso sfruttati per adescare le vittime. L’obiettivo è fornire strumenti tecnologici capaci di prevenire, intercettare comportamenti sospetti e lanciare campagne di sensibilizzazione che riducano il peso del tabù sociale.
Meta ha già introdotto sistemi per bloccare la diffusione non consensuale di immagini intime e sta sviluppando nuove funzionalità di sicurezza integrate, mentre Permesso Negato lavora per accompagnare le vittime nel percorso di denuncia e recupero. La collaborazione punta inoltre a creare un cambiamento culturale, spingendo le persone a non sentirsi colpevoli o isolate, e a denunciare senza paura.
Tra aprile e giugno 2025, Meta ha rimosso 9,6 milioni di contenuti con nudità o atti sessuali di adulti: il 96,4% era stato individuato proattivamente dall’intelligenza artificiale, prima ancora che venisse segnalato dagli utenti. Il restante 3,6% è stato invece rimosso su segnalazione degli utenti.
Il contrasto alla sextortion richiede un approccio integrato: tecnologia, prevenzione e consapevolezza sociale devono andare di pari passo. Solo così sarà possibile ridurre l’impatto economico e umano di un fenomeno che, se lasciato crescere nell’ombra, rischia di trasformarsi in una piaga ancora più difficile da contenere.
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