Spreco alimentare, Italia sopra la media Ue: il decalogo dell’ISS

Ogni settimana buttiamo 555,8 grammi di cibo: un costo nascosto per famiglie ed economia

by Financial Day 24
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Spreco alimentare, Italia sopra la media Ue: il decalogo dell’ISS

Ogni settimana buttiamo 555,8 grammi di cibo: un costo nascosto per famiglie ed economia

Un miglioramento troppo lento

Il nuovo rapporto di Waste Watcher International rivela che in Italia lo spreco alimentare pro capite settimanale è pari a 555,8 grammi, un valore superiore alla media europea. Sebbene vi sia un lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti, il Paese resta indietro, con conseguenze che superano la sfera etica e ambientale, toccando direttamente le dimensioni economiche.

Il peso economico dello spreco

Quando un alimento viene sprecato, tutte le risorse impiegate nella sua filiera — dalla produzione al trasporto, dalla lavorazione alla distribuzione — sono anch’esse sprecate. In pratica, si perde capitale già investito. Le stime indicano che lo spreco alimentare in Italia implica perdite economiche dell’ordine di miliardi di euro all’anno, innalzando i costi lungo tutta la filiera agroalimentare. Le famiglie avvertono indirettamente questo peso, attraverso prezzi più elevati, mentre le imprese e il sistema pubblico sopportano inefficienze evitabili.

L’impatto finanziario per le famiglie e per i comuni

Per le famiglie italiane, buttare cibo significa tradurre in euro il valore degli alimenti acquistati che non vengono consumati. In tempi di inflazione e tensione sui redditi, queste “perdite domestiche” si fanno sentire. Sul fronte pubblico, i Comuni affrontano maggiori costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti organici, che si riflettono poi sulla fiscalità locale: lo spreco alimentare si trasforma così in un costo collettivo.

Il decalogo proposto dall’ISS

Per dare strumenti concreti ai cittadini, il Reparto Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità ha messo a punto un decalogo con dieci mosse pratiche per prevenire lo spreco alimentare. 

  1. Pianifica con intelligenza la spesa, partendo da ciò che hai già in casa e costruendo un piano settimanale dei pasti (evitando acquisti impulsivi).
  2. Fai attenzione alle offerte e alle confezioni “giganti” o promozioni come “3×2”: uno sconto non giustifica lo spreco se non si riesce a consumare tutto in tempo.
  3. Acquista con consapevolezza: privilegia quantità ragionate e valuta i prodotti “brutti ma buoni” (cioè quelli imperfetti ma ancora commestibili).
  4. Leggi bene le etichette: controlla non solo la data di scadenza, ma anche le istruzioni di conservazione, perché un’adeguata conservazione prolunga la vita del prodotto.
  5. Interpreta correttamente le diciture “da consumarsi entro” (quella data è invalicabile, es. per latte fresco) e “da consumarsi preferibilmente entro” (può essere consumato anche dopo, se ben conservato, senza rischio).
  6. Cucina le giuste porzioni: evitare di preparare troppo aiuta ad azzerare gli scarti; se cucini in eccesso, suddividi subito le dosi e conserva.
  7. Valorizza gli avanzi: trasforma ciò che è rimasto in nuove ricette come zuppe, frittate, polpette, ridando vita al cibo.
  8. Condivisione post-evento: dopo cene o pranzi con ospiti, condividi il cibo avanzato, magari offrendo porzioni da portare via.
  9. Chiedi la doggy bag: al ristorante, non far vergognare il cibo. Se non finisci il pasto, chiedi di portarlo a casa.
  10. Dona il surplus: se hai alimenti eccedenti ancora buoni, informati sui programmi locali di donazione e recupero alimentare per aiutare chi è in difficoltà.

Questo decalogo, pur nella sua semplicità, incarna tre pilastri chiave: equilibrio negli acquisti, creatività in cucina e attenzione nella gestione quotidiana del cibo. 

Una sfida per la filiera agroalimentare

Non basta che i singoli cittadini adottino buone pratiche. L’intera filiera deve fare la propria parte. La distribuzione può ridurre le eccedenze offrendo sconti intelligenti sui prodotti in scadenza, instaurando accordi con enti benefici o implementando sistemi di previsione della domanda più sofisticati. Le tecnologie digitali, come app per lo scambio o la vendita dell’invenduto, l’analisi dei dati per ottimizzare le giacenze, l’intelligenza artificiale per prevedere consumi possono rappresentare leve efficaci per abbattere lo spreco.

Dallo spreco al valore

Integrare il decalogo dell’ISS nella vita quotidiana significa praticare buone abitudini individuali e contribuire a un modello economico più efficiente e sostenibile. In un contesto in cui le risorse sono limitate e i margini di inefficienza pesano, ogni grammo risparmiato diventa un margine guadagnato: per le famiglie, per le imprese, per l’ambiente.

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