Spiagge di Napoli, guadagni record e affitti simbolici

I lidi balneari crescono, ma i costi rimangono minimi

by Financial Day 24
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Spiagge di Napoli, guadagni record e affitti simbolici

I lidi balneari crescono, ma i costi rimangono minimi

Nel 2025, le attività dei lidi balneari nella città di Napoli continuano a generare profitti elevatissimi, grazie all’afflusso costante di bagnanti, turisti e residenti. Tuttavia, il costo delle concessioni balneari resta sorprendentemente modesto rispetto ai guadagni delle strutture. I canoni annuali richiesti per occupare ampie porzioni di costa si mantengono su cifre contenute, con importi che non rispecchiano l’alto valore commerciale degli spazi gestiti. In alcuni casi, le superfici in concessione superano i 12.500 metri quadrati, ma le tariffe restano accessibili, creando così un vantaggio evidente per i gestori.

Come sottolineato in un’inchiesta pubblicata da NapoliToday, queste condizioni alimentano un clima di squilibrio tra benefici economici privati e utilità pubblica, generando polemiche su scala regionale e nazionale. Le spiagge, diventate veri e propri centri di business, non ricevono un trattamento equo in termini di contribuzione fiscale, secondo molti osservatori.

La Regione Campania richiama i gestori all’obbligo fiscale

La Regione Campania ha denunciato la mancata applicazione dell’addizionale regionale del 25% da parte di numerosi concessionari. Negli ultimi cinque anni, diversi operatori hanno omesso il versamento di questo contributo aggiuntivo, causando un ammanco stimato di circa un milione di euro. L’ente regionale ha avviato una serie di notifiche per sollecitare il pagamento, ma i gestori hanno replicato con una contestazione formale. Essi affermano che la competenza in materia spetti esclusivamente all’Autorità Portuale, e non alla Regione.

Questo scontro istituzionale crea un clima di incertezza e rallenta l’intervento delle autorità pubbliche. Il dibattito coinvolge anche altre entità pubbliche, e la Corte dei Conti ha avviato verifiche per chiarire le responsabilità e le eventuali omissioni. La situazione si complica ulteriormente per l’assenza di norme chiare e aggiornate, e ciò mette a rischio anche le entrate destinate al miglioramento delle infrastrutture costiere.

In tutta Italia il sistema resta bloccato

La questione delle concessioni balneari non riguarda soltanto la città di Napoli, ma coinvolge tutto il territorio italiano. Secondo un approfondimento curato da Adnkronos, meno di 30 comuni italiani hanno avviato le gare pubbliche per riassegnare le concessioni, nonostante le direttive europee e le scadenze contrattuali. La maggior parte delle concessioni resta in sospeso, mentre i canoni restano fermi ai valori del 2022, senza alcun aggiornamento.

Il blocco delle gare crea un mercato poco dinamico e ostacola gli investimenti da parte dei gestori più innovativi. Le coste italiane rischiano così di perdere competitività e qualità nei servizi offerti, proprio a causa dell’inerzia normativa. Le autorità locali non riescono a superare le incertezze legali, e molti enti locali evitano di intervenire per timore di ricorsi o blocchi giudiziari.

La necessità di una riforma seria e definitiva

Le criticità del sistema richiedono una risposta politica chiara e decisa. Il modello attuale non garantisce una gestione trasparente, né assicura l’equità tra i vari operatori del settore. Le riforme devono introdurre criteri più rigorosi per l’assegnazione delle spiagge, con gare trasparenti e canoni più adeguati alla realtà economica delle aree coinvolte.

La valorizzazione delle aree costiere passa attraverso un equilibrio tra interessi pubblici e privati, e solo una vera politica di sviluppo sostenibile può tutelare il patrimonio naturale e garantire entrate giuste per la collettività. Come evidenziato dalla stessa Corte dei Conti, “le spiagge rappresentano un bene comune, e lo Stato deve tutelarne il valore attraverso strumenti normativi adeguati e tempestivi.”

A cura di Nora Taylor
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