Cinecittà, si dimette la presidente Chiara Sbarigia
Cosa sta succedendo negli studios romani
La notizia delle dimissioni di Chiara Sbarigia dalla presidenza di Cinecittà ha colto molti di sorpresa, sollevando interrogativi sul futuro degli studios romani e sul clima interno all’azienda pubblica che da anni rappresenta il cuore dell’industria cinematografica italiana. Dopo tre anni alla guida di Cinecittà, Sbarigia ha comunicato la sua decisione con una lettera indirizzata al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, motivando il gesto con ragioni personali ma lasciando trasparire una certa tensione sul piano istituzionale e gestionale.
Durante il suo mandato, Sbarigia ha cercato di rilanciare Cinecittà non solo come polo produttivo di rilievo europeo, ma anche come simbolo della rinascita del cinema italiano sul piano internazionale. Grazie ai fondi del PNRR, l’azienda ha avviato importanti progetti di ampliamento e modernizzazione delle strutture, puntando a trasformare gli studios in un hub creativo capace di competere con le maggiori realtà internazionali, da Pinewood a Babelsberg. Gli interventi infrastrutturali, accompagnati da una nuova strategia commerciale, avevano attirato l’interesse di grandi produzioni straniere, contribuendo alla ripresa dell’occupazione e all’indotto del settore audiovisivo.
Tuttavia, dietro le quinte sembrano essersi intensificati attriti e divergenze tra la presidenza e il Ministero, in particolare sulla governance dell’ente e sull’autonomia delle scelte strategiche. Alcune fonti parlano di pressioni politiche e di una gestione centralizzata che avrebbe ridotto i margini di manovra della presidente. Inoltre, l’attuale clima di incertezza normativa che grava sul sistema degli incentivi fiscali per l’audiovisivo e le difficoltà legate alla concorrenza internazionale potrebbero aver complicato ulteriormente il quadro.
L’uscita di scena di Sbarigia arriva in un momento delicato per Cinecittà, impegnata in una fase cruciale di trasformazione e rilancio. Le dimissioni aprono ora il problema della successione, in un contesto in cui le scelte politiche peseranno inevitabilmente sulla continuità del progetto avviato. Per il governo si tratta di una sfida non da poco: garantire stabilità a una realtà strategica per il sistema culturale italiano e assicurare che l’eredità dei fondi europei venga gestita in modo trasparente ed efficace.
Cinecittà, con la sua storia gloriosa e le sue ambizioni future, rimane uno dei luoghi simbolici della cultura italiana. Ma proprio per questo la sua governance richiede visione, competenze e un equilibrio tra autonomia operativa e indirizzo pubblico. Le prossime settimane saranno decisive per capire se le dimissioni di Chiara Sbarigia rappresentano un inciampo temporaneo o il segnale di una crisi più profonda.
A cura di Dario Lessa
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